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Mindfulness

Mindfulness

Il curioso paradosso è che, quando accetto me stesso come sono, allora posso cambiare.

                                                                                               Carl Rogers

Il cammino verso la conoscenza di sé stessi prevede apertura, la capacità di dare il benvenuto ad ogni cosa possa presentarsi, dentro e fuori di noi. L’apertura non rifiuta né si attacca ad una particolare esperienza o idea. È spaziosa, non difesa, non parziale. È un’accettazione totale. È la natura della consapevolezza stessa, una natura che permette all’esperienza di manifestarsi. Permette a qualsiasi cosa di emergere. Tiene la mente e il cuore disponibili a nuove informazioni, esperienze, opportunità di crescita. Ciò significa avere tolleranza per ogni cosa sconosciuta. Significa dare il benvenuto al bel tempo e al cattivo tempo, come esperienze altrettanto valide.

                                                                                                Frank Ostaseski

Il termine Mindfulness viene da una traduzione della parola sati che, nell’antica lingua Pali, significa consapevolezza, attenzione, ricordo.

La consapevolezza è una specie di radar della coscienza, monitora continuamente l’ambiente interno ed esterno della persona e ciascuno di noi ha la possibilità di essere consapevole degli stimoli senza che essi siano al centro dell’attenzione.

L’attenzione è un processo di focalizzazione della consapevolezza e l’abilità di dirigerla si sviluppa attraverso la pratica della Mindfulness o meditazione di consapevolezza.

Una metafora utile per comprendere la pratica della Mindfulness è pensare di entrare in una stanza buia e lentamente alzare il regolatore di luce in modo che essa sveli sempre più ciò che si trova nella stanza. Si potranno vedere molte cose interessanti e piacevoli, ma potremmo vedere anche molto disordine e polvere.

Come sottolineano Paul Gilbert e Choeden, nel loro testo Mindful Compassion, “ciò che iniziamo a vedere è il modo in cui la nostra mente segue rigidi schemi reattivi e come ciò possa bloccarci e limitarci. Ci sono emozioni ed esperienze che ci piacciono, esperienze che non ci piacciono e altre esperienze che ignoriamo. Iniziamo a vedere come associamo la felicità all’ottenere quello che vogliamo e l’infelicità al non ottenere quello che vogliamo o ottener quello che non vogliamo.” 

 

La Mindfulness è dunque una facoltà della nostra mente: se non viene nutrita, rimane dormiente; se, al contrario, lavoriamo con questa facoltà e la sviluppiamo, essa cresce e si stabilizza.

La Mindfulness è una facoltà dinamica che ci rivela in modo sano e progressivo stati interiori e meccanismi percettivi normalmente lasciati in ombra: se ciò che vediamo di noi stessi non è conforme alla immagine idealizzata che ne abbiamo, il risultato può rivelarsi disturbante.

Per questo motivo è necessario lavorare con l’accettazione di ciò che è e di ciò che siamo.

Come ama insegnare Rob Nairn, Minfulness è “sapere cosa sta accadendo, mentre sta accadendo, senza preferenze”.

Possiamo individuare due stadi in questo percorso di pratica:

  • Un primo stadio che porta alla tranquillità mentale, in cui la mente impara a riposarsi ed è meno divagante. Si indebolisce la tendenza a saltare di pensiero in pensiero e diventiamo meno distratti. Questo stadio ci insegna a rilassarci nel momento presente.
  • Un secondo stadio che porta allo sviluppo dell’intuizione profonda. Questa fase è un vedere spontaneo nella mente che rivela le sue profondità. Possiamo vedere in modo sempre più profondo come la mente lavora e ci insegna ad andare oltre i limiti della normale consapevolezza. Sviluppare l’intuizione profonda ci porta a liberarci dei nostri stati dolorosi, problematici, nevrotici fin dalle radici. Sperimentiamo così una pace interiore, vera stabilità e gioia.

La pratica della Mindfulness insegna a fermarsi, a non avere fretta, a coltivare pazienza e fiducia, a riposare per entrare nello stato dell’essere. Si riconosce che quasi sempre viviamo col pilota automatico, sognando ad occhi aperti su eventi passati e futuri.

La nostra vita è in gran parte bloccata dalla modalità del fare e, anche se smettiamo di fare, la nostra mente non smette mai di fermarsi. 

Il presente è la nostra unica e sola realtà. Siamo molto spesso intrappolati in modelli di soppressione, repressione, negazione, fuga dalla realtà o di pensiero ossessivo in relazione con le emozioni. Questo si manifesta nella mente come controllo dei complessi e in una larga gamma di disordini psicologici come ansietà, depressione, stress, tensioni, disturbi del sonno o alimentari, attacchi di panico e così via. Sperimenteremo questi stati dolorosi senza sapere perché e saremo sconcertati sul da farsi. Possiamo desiderare di cambiare, ma anche realizzare a stretto giro che non ne siamo capaci perché non comprendiamo pienamente le cause di tale sofferenza. 

Quando restiamo nel momento presente la nostra intelligenza inerente è rivelata nella forma della consapevolezza: la consapevolezza ci guida al riconoscimento, il riconoscimento ci permette di vedere cosa stiamo facendo ad un livello intellettuale ed emozionale.

Attraverso la pratica della Mindfulness acquistiamo sempre più familiarità con il paesaggio interiore, imparando a coltivare abitudini positive che saranno le basi per costruire relazioni armoniose con sé stessi e con gli altri. In sintesi, è possibile delineare come segue i principali temi che incontreremo nella pratica di consapevolezza:

  • Accettazione: osservare gli eventi interni che vengono esperiti, rinunciando agli sforzi per cambiare.
  • Curiosità: tutti i pensieri, emozioni e percezioni fisiche che affiorano sono visti con interesse. 
  • Pazienza: permettere alle cose di accadere nel giusto momento è una forma di saggezza.
  • Fiducia: confidare nell’abilità di restare in contatto con la propria esperienza interna.
  • Mancanza di sforzo: la meditazione è un non-fare, nessun obbiettivo è atteso o inseguito.

Può essere inoltre interessante comprendere come la Mindfulness possa portare beneficio al nostro corpo e alla sua salute. Di seguito alcuni effetti neurologici e fisiologici.

  • Diminuzione significativa del consumo d’ossigeno;
  • Diminuzione significativa della frequenza respiratoria e cardiaca;
  • Coerenza e sincronizzazione tra i due emisferi cerebrali (associata a stati di benessere);
  • Regolazione della produzione del cortisolo, ormone fondamentale nella gestione dello stress;
  • Riduzione della noradrenalina, ormone prodotto dalle ghiandole surrenali e dal cervello in fase di stress;
  • Repentina caduta dell’acido lattico nel sangue arterioso (in fase di stress);
  • Aumento della serotonina, neurotrasmettitore con effetto antidepressivo, regolatore dell’appetito;
  • Aumento notturno della melatonina, ormone fondamentale del sonno con funzioni chiave nella sincronizzazione dei ritmi biologici dell’organismo;
  • Aumento della Dhea, ormone che agisce sull’umore e sul sistema immunitario;
  • Meditatori esperti hanno un’età biologica inferiore all’età cronologica (12 anni circa) con una riduzione della spesa sanitaria rilevante.